giovedì 31 dicembre 2009

2010


Che i flutti del nuovo anno siano ben contrarrestati dalla ciclicità della vostra personalità.

giovedì 24 dicembre 2009

Il genero e la vecchia galera

Oggi pomeriggio osservavo gli Appenini mentre dividevo lo scompartimento dell'Intercity Venezia-Napoli con una famiglia di cinesi emigrati negli Stati Uniti. La figlia portava con sè il suo fidanzato americano, che annotava con calligrafia minuziosa un piccolo diario di bordo. Lo scarto tra le generazioni era segnato dalla padronanza dell'inglese. A un certo punto il padre della ragazza si rivolge al genero americano e io capisco solo

- Even you.

E quello, dopo una pausa in cui potrebbe aver pensato che doveva proprio non lasciar cadere niente, per non doverlo poi raccogliere con un pietoso foglio di carta:

- Even me.

Stavo leggendo un passo di un libro che diceva:

Ingres corrispindeva pienamente alla descrizione del fanatico della forma di Thoré. Ma non lo sapeva, né se ne curava. O almeno non più che di sapere che cosa avvenisse in lui mentre respirava. Respirava e basta. Per il resto aveva un repertorio di saldi principi - non di evidente interesse teorico - che sguainava appena possibile, con l'aria di chi, per una ragione o per l'altra, è sempre offeso. I contemporanei gli credettero. E soprattutto credettero che la sua pittura fosse fedele alle sue parole. Così attraversò la sua epoca come un vascello di inaudita novità che gli ossrvatori prendevano per una vecchia galera.


Ingres, Il bagno turco

Buon Natale!

sabato 19 dicembre 2009

Dalla somiglianza di due nasi

E' difficile non credere che, in certa misura, una somiglianza non sia anche una corrispondenza. Ciò che si somiglia ha pari esteriorità perché quasi identica interiorità, suggerisce una voce inconscia tanto antica da sembrare automatica. Quando udiamo un rumore nuovo, se è simile a uno che conosciamo già, cercheremo di capire prima di tutto se proviene dalla fonte che sprigiona di solito il rumore noto. Cercheremo dell'acqua se il rumore è ondoso e cristallino, una fronda se ventoso e secco, un camion se è sordo e sferragliante. Due parole simili non hanno quasi mai significato simile, benché "contemporaneamente" e "parzialmente" siano entrambi avverbi. Eppure una lista come pala, cala, mala, ala, lava, lana, sala, cara, vana, fata, bava, capa, gara, rapa, rana, tara, rota, rata, cava e rasa colpisce per il senso di unità che trasmette. Per capire che si tratta di parole con significati molto diversi tra loro dobbiamo ricorrere a quel temprato spirito di sopravvivenza che ci permette di non cadere nei tranelli. A tutta prima sembra infatti una variazione sul tema, cioè un gioco che permette di dire la stessa cosa in modo leggermente (che somiglia a "contemporaneamente" e "parzialmente" e perciò è un avverbio) diverso. Nello stesso modo riconosco a prima vista il sangue di uno sconosciuto versato sul marciapiede perché è uguale

nell'uguaglianza la somiglianza è sublimata

al mio sangue.
Un cane per la strada non ci scambia né per un altro cane né per un cinghiale perché somigliamo al suo padrone, e dicono che i cani vedono peggio di noi.

Potremmo passare adesso all'olfatto e al tatto, ma non ho voglia di essere completo.

Cosa avrà pensato Franco Battiato quando ha visto per la prima volta il volto di Vladimir Horowitz? A fine anni Sessanta, vicino Catania, un precoce ragazzino vede il più celebre pianofortista dell'epoca esibirsi in concerto. Vede la coda biforcuta della marsina, la Carnegie Hall e poi quel viso così simile al suo! Levigato da una brezza spirituale instancabile, eredità di una stirpe mistica, quel volto affilato fendeva il palco mentre il grande Horowitz si apprestava all'esecuzione della Prima Ballata di Chopin.

E se le teorie di Cesare Lombroso, maniatiche e impietose con i criminali, prendessero tutte d'un colpo a funzionare per gli artisti? E se Battiato, ancora Francesco, avesse pensato: mi somiglia tanto che deve esistere qualcosa in me che si avvicina a lui! Adesso le nostre situazioni sono diverse, lui si esibisce a New York mentre io vivo con i mie genitori, ma guardiamo le cose in prospettiva... Un giorno alla nostra somiglianza esteriore corrisponderà una somiglianza di destini!



Rara, papa, para, bara, vara...

mercoledì 16 dicembre 2009

Il pertugio

Sono troppo stanco e deluso per scrivere qualcosa che possa risollevare l'animo mio e di chi leggerà, ma non desisto dal raccontare che stamane, mentre attraversava un ponticello di legno tra due vasche d'acqua semicongelata, un uomo con delle stampelle ha tagliato la fredda aria antipomeridiana chiedendo a chi gli andava appresso:

Ma quel passerotto sta camminando sul ghiaccio?

mercoledì 2 dicembre 2009

Superstizione

Come si fa a non essere superstiziosi?
La superstizione è la timorosa ricerca della salvezza e della colpa nelle cose più piccole.