Nell'articolo, Ballard affermava che il genere letterario della fantascienza ha perso di senso quando Neil Alden Armostrong posò lo scarpone sulla Luna, nel 1969. Ha ragione, siamo più delicati ti quanto sembri.
lunedì 20 aprile 2009
For J.G. Ballard
Stavo facendo colazione nel bar latteria di via Toselli. Avevo appena rifiutato una brioche lievitata naturalmente senza aggiunta di burro lodata dal barista, dicendo "non si faccia tanti problemi, mezza noce di burro non ha mai ucciso nessuno", quando sul giornale preso dal banco dei gelati ho letto "Addio a J.G. Ballard". Sto leggendo un suo libro, "L'isola di cemento". I libri che leggo rimangono sul letto anche un mese, notte e giorno, e tra questi c'è, anche ora, l'Isola di cemento. Mi sono commosso fino a piangere sulla tazza piena di cappuccino tiepido e, pur capendo perché, mi sono chiesto perché. La risposta è che la trasmigrazione di James Graham Ballard dal regno dei vivi a quello dei morti è avvenuta ieri anche tra le mie lenzuola, così come su tutte le librerie, scrivanie, mensole, consolles e lenzuola del mondo su cui c'era un suo libro.
sabato 18 aprile 2009
Il cattivo pompiere
Domenica, 12 Aprile 2009
L'Italia si è presa una pausa nel lusso. Abbraccia il nero, il colore dell'eleganza e dell'elegia. La sera a L'Aquila è un oscuro pianto senza suono. Ci sono i morti da seppellire. Orfani di orfani rimasti sepolti. I figli dei figli dell'ira - come dice il poeta - sotto le macerie. Non ci sono altri superstiti. E' l'ora dei miracoli. Delle apparizioni della Vergine dietro i resti. Il dolore infiamma la fede. La religione è un valium. Dicono che qualcuno ha detto che si poteva avvisare del tremore per tempo, prima che l'inferno di Dante s'impossessasse del luogo per rovesciare a chi oggi è defunto il bicchiere, il cuore, le ossa fino a lasciarli nel chassis di un'anima schiantata. E ora cosa succede? A chi ritrarranno nel cartellino "Ricercato"? Che lo domandino a Berlusconi, che si reca sui disastri per sport. Lui troverà un colpevole. Ha un pugno di giudici a libro paga. Questo facilita parecchio le cose. Nell'epicentro del dramma ha distribuito sorrisi da caimano, regalato parole idiote, gesti da buffone in mezzo alla tragedia, inviti a recarsi al mare per dimenticare lo spavento. Ha l'arroganza degli inopportuni, la falsa bontà dei frivoli. Lo vediamo indossare il casco da pompiere e ci sembra una creatura nata da un grave errore biologico. Adesso distribuirà sussidi a chi non ha che la disoccupazione, pagherà la luce a chi è al buio... Misure giuste solo se sotto la carità c'è un piano di recupero. Situazioni come questa dimostrano la caratura di un presidente e confermano quanto sia nefasto tenere un aborto della democrazia nella sala dei bottoni dello Stato. Un giorno si dovrà studiarlo con calma, il caso Berlusconi. Non è un uomo come gli altri, bensì l'incarnazione di un paese che ha fuso la propria magia con il peggio delle proprie contraddizioni. Questo amico di Aznar ha bloccato l'alternanza nel suo paese. Si è trincerato al potere grazie a un bunker di imprese. Potrebbe chiamarsi Italia, S.A. Si è emancipato dalla democrazia per andare per conto suo. E' un modo sicuro di vivere la vita. L'opacità è un rifugio eccellente per certe specie. L'oscurità gli conviene senza dubbio. L'Aquila è un oscuro pianto senza suono. E Berlusconi non è stato all'altezza delle rovine, dei cadaveri, di niente. Ancora una volta.
Antonio Lucas su El Mundo
Traduzione di Costanzo
P.S. Il poeta citato è Ben Clark
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giovedì 16 aprile 2009
Dillinger è morto
Teo Usuelli, nome e cognome come finali di parole di cui non si conosce il principio, ha fatto un sacco di cose in aggiunta a nascere di sabato, 13 dicembre 1930, e morire di domenica, 13 aprile 2009.
mercoledì 8 aprile 2009
Solidarietà al compagno Dicuonzo
Pur capace di trasformare il gioco degli scacchi in "dinamicità, gruppo, turismo e divertimento", facendo di Barletta una delle capitali giovanili della scacchiera (7° posto nella categoria Superiori Allievi Maschili all'ultimo certame nazionale), il Preside del Liceo Cafiero di Barletta, Ruggiero Dicuonzo, tanto mite da tollerare le abbiettezze di puro_barlettano e ciccillover su barlettaonline, e araldo di un'autorità misconosciuta dalla questa ciurma di scalmanati:
Studenti-battitori-di-mani-a-ritmo-vagamente-tribale in disposizione geometrica
è finalmente incappato in un ligio difensore dell'ordine che lo ha denunciato per istigazione al consumo di sostanze stupefacenti per il mero fatto di aver raccontato, davanti all'ufficiale stesso e agli alunni riuniti, che un suo amico da anni domiciliato in India fuma marijuana senza pregiudizio della salute, ma anzi a giovamento della propria sensibilità musicale.
Eunucherie per quest'epoca, Dicuonzo!
E dire che Carlo Cafiero, l'uomo a cui il Preside volle intitolare il liceo (medigol su barlettaonline aveva proposto Majorana) fu aristocratico fiero e consapevole, tra i primi divulgatori del Capitale di Marx dopo aver incontrato lui ed Engels a Londra, e collaboratore del settimanale d'ispirazione bakuniniana "La Campana", dal sottotitolo "Risorgimento della plebe", di cui ci sarebbe un gran bisogno.
E che sua sorella Luisa andò in sposa a Giuseppe Jatta, autore di un'ammirabile descrizione dei Cefalopodi del Golfo di Napoli.
Eunucherie per quest'epoca, Dicuonzo!
E dire che Carlo Cafiero, l'uomo a cui il Preside volle intitolare il liceo (medigol su barlettaonline aveva proposto Majorana) fu aristocratico fiero e consapevole, tra i primi divulgatori del Capitale di Marx dopo aver incontrato lui ed Engels a Londra, e collaboratore del settimanale d'ispirazione bakuniniana "La Campana", dal sottotitolo "Risorgimento della plebe", di cui ci sarebbe un gran bisogno.
Vogliamo la libertà, cioè l'anarchia, e l'uguaglianza, cioè il comunismo, ebbe ad affermare Carlo Cafiero
E che sua sorella Luisa andò in sposa a Giuseppe Jatta, autore di un'ammirabile descrizione dei Cefalopodi del Golfo di Napoli.
martedì 7 aprile 2009
I panni degli altri
Guardando queste due fotografie su un giornale (il link varrà per poche ore, poi si vedranno cose diverse da quelle che ho visto io)
e leggendo la frase di Bob Dylan, "posso fare un dramma da un fruttivendolo", riportata sotto l'immagine del suo inventore, credo si capisca direttamente, illuminatamente e durevolmente che ci si avvicina all'arte indossando un cappello al posto di due coperte sulle spalle, o di un berretto da ortolano, o di una corona da Re, o di un gibboso elmetto da soldato, o di una Mitra da Papa o... perché i due avvinti terremotati sono di colpo compresi.
e leggendo la frase di Bob Dylan, "posso fare un dramma da un fruttivendolo", riportata sotto l'immagine del suo inventore, credo si capisca direttamente, illuminatamente e durevolmente che ci si avvicina all'arte indossando un cappello al posto di due coperte sulle spalle, o di un berretto da ortolano, o di una corona da Re, o di un gibboso elmetto da soldato, o di una Mitra da Papa o... perché i due avvinti terremotati sono di colpo compresi.
sabato 4 aprile 2009
Appunti di viaggio
Mentre la mia anima è ancora in viaggio - sui fluidi meccanismi che presiedono i transiti Jean Cocteau ebbe alcune coraggiose illuminazioni che trascrisse ne La difficoltà di essere - cerco di ricomporre quel che della mia anima giunge, mano a mano.
Dove sarà la mia anima, adesso?
Attraversano, le anime, le terre percorse dai corpi?
O viaggiano, esse, su rotte differenti?
E in quali orbite si trovano, tali rotte?
I frammenti della mia anima che giungono, mi troveranno?
Domande per un caso che avrà già ripartito le sorti.
Non ho appuntamenti, o non so leggere i segnali che me li indicano. Però qualcosa devo pur essere capace di fare, se ieri, guardando un ragazzo pattinare in mezzo a calle Alcalà, davanti alla fonte di Cibele, mi è parso di rientrare in possesso di facoltà a lungo dimenticate, come quella di attraversare il suolo sconesso verde smeraldo di un bar deserto, sorprendere una cameriera far capolino dalla cucina e vergognarsene, e richiamare alla mente il fumoso ricordo di ciò che un tempo chiamavo bonheur.
Dove sarà la mia anima, adesso?
Attraversano, le anime, le terre percorse dai corpi?
O viaggiano, esse, su rotte differenti?
E in quali orbite si trovano, tali rotte?
I frammenti della mia anima che giungono, mi troveranno?
Non ho appuntamenti, o non so leggere i segnali che me li indicano. Però qualcosa devo pur essere capace di fare, se ieri, guardando un ragazzo pattinare in mezzo a calle Alcalà, davanti alla fonte di Cibele, mi è parso di rientrare in possesso di facoltà a lungo dimenticate, come quella di attraversare il suolo sconesso verde smeraldo di un bar deserto, sorprendere una cameriera far capolino dalla cucina e vergognarsene, e richiamare alla mente il fumoso ricordo di ciò che un tempo chiamavo bonheur.
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