domenica 25 ottobre 2009

E con questo?

- Tendo a riconoscere i miei errori, anzi, mi perseguito con loro.
- E con questo cosa vorresti dire?
- Solo che questo blog non è errore, non lo considero come un errore. Ho commesso altri errori, molti errori, ma non questo: questo non lo è.
- Perchè non smetti di chiedertelo? Per questo strano nome che gli hai dato? Temi che non nessuno lo capisca? Che non piaccia a nessuno? Io non lo capisco, a me non piace.
- Sì, forse temo anche questo. Ma io so cosa vuol dire plenumsplenico, so perchè l'ho chiamato così, anche se riconosco che prima o poi dovrò cambiargli nome. Coi figli non si può fare. Non si può battezzare un figlio con nove nomi, uno per ogni decada che si spera che sopravviva, e cambiargli nome ogni dieci anni. Anche se non sarebbe una brutta pensata, la gente cambia col tempo, e deve conservare quel nome che non può cambiare, che è costretta a sopportare così com'è, vecchio, inadatto, superato, per questo la gente finisce col farsi chiamare con dei soprannomi o con dei nomi d'arte, per segnare un punto e a capo, un punto a loro favore nella lunghissima vicenda tra loro stessi e il loro nome.
- Come Joe Strummer?
- Sì, proprio così, come Joe Strummer. Non rispondeva più neppure al citofono se i suoi amici continuavano a chiamarlo col suo vecchio nome, che era poi il nome di battesimo. I suoi amici sulle prime ci restavano male, ma poi nelle interviste agiografiche post-mortem fingono di aver capito e perdonato, e lo chiamano durante l'intera durata dell'intervista col nome che si era scelto e a causa del quale avevano persa la sua amicizia, l'amiciza col solo artista che sia mai entrato nelle loro esistenze.
- Se conoscessi un dizionario etimologico attendibile ti dimostrerei che l'origine della parola "droga" è "affezione".
- E questo che c'entra?
- C'entra, perchè i discorsi sulle droghe sono inutili. E' inutile chiedere a una star come Joe Strummer che ci racconti la sua esperienza con le droghe. Chiunque potrebbe ben più utilmente descrivere la propria con qualsiasi cosa per cui sente affezione, di cui non può fare a meno. Non c'è racconto di questo tipo che non finisca con un "poi mi sono accorto che potevo vivere anche senza di lei". Plenum sta per ammasso, insieme confuso, raggruppamento, concentrazione, ritrovo. Se tra Leopardi e me non fosse nato Baudelaire l'avrei chiamato Zibaldonemelancolico.

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