giovedì 24 dicembre 2009

Il genero e la vecchia galera

Oggi pomeriggio osservavo gli Appenini mentre dividevo lo scompartimento dell'Intercity Venezia-Napoli con una famiglia di cinesi emigrati negli Stati Uniti. La figlia portava con sè il suo fidanzato americano, che annotava con calligrafia minuziosa un piccolo diario di bordo. Lo scarto tra le generazioni era segnato dalla padronanza dell'inglese. A un certo punto il padre della ragazza si rivolge al genero americano e io capisco solo

- Even you.

E quello, dopo una pausa in cui potrebbe aver pensato che doveva proprio non lasciar cadere niente, per non doverlo poi raccogliere con un pietoso foglio di carta:

- Even me.

Stavo leggendo un passo di un libro che diceva:

Ingres corrispindeva pienamente alla descrizione del fanatico della forma di Thoré. Ma non lo sapeva, né se ne curava. O almeno non più che di sapere che cosa avvenisse in lui mentre respirava. Respirava e basta. Per il resto aveva un repertorio di saldi principi - non di evidente interesse teorico - che sguainava appena possibile, con l'aria di chi, per una ragione o per l'altra, è sempre offeso. I contemporanei gli credettero. E soprattutto credettero che la sua pittura fosse fedele alle sue parole. Così attraversò la sua epoca come un vascello di inaudita novità che gli ossrvatori prendevano per una vecchia galera.


Ingres, Il bagno turco

Buon Natale!

Nessun commento:

Posta un commento