domenica 1 febbraio 2009

Battezzo questo blog come splenico spleen. Attento al continuo divenire di me, come dovrebbe essere chiunque brama un'uscita da da sé stesso, lo battezzo con un'associazione di stamane. Nella frase di Charles Baudelaire, letta in A ciascuno la propria chimera: "sotto la cupola splenetica del cielo, coi piedi nella polvere di una terra desolata come quel cielo, quegli uomini camminavano, ed avevano la fisionomia rassegnata di chi è condannato a sperare sempre", lo stato di profonda malinconia che di solito si attribuisce al poeta, o all'aura che circonda il poeta, è appunto riferita al cielo. Al cielo duole la milza? Il "glauco campo del cielo", come lo chiama D'Annunzio, è oggi bigio e piovoso.

1 commento:

  1. ..da una angolatura diversa, da quella di chi conosce la saturnina melancholia che solo molto dopo fu chiamata "spleen", mi dedico infine alla lettura del tuo divenire..il passato non mi apparteneva, il presente mi sfugge, vediamo se almeno il processo riesce a parlarmi..

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