sabato 14 novembre 2009

Ci sono stati poeti, nei secoli (avevo digitato bei secoli), che hanno saputo vedere nella loro mente un'epoca lontana, forse la più remota. Essa ha pienato lo sguardo di uomini di ogni epoca, e con esso la loro voluttuosa percezione, e credo sia paragonabile a un archetipo. Anzi, estromettendo la prudenza dalla metafora: l'età dell'oro è uno degli archetipi a cui l'uomo paragona sempre e involontariamente la propria visione del mondo. Oggi, tra il letto e il bar El reportaje, ho letto di due di essi: Esiodo, vissuto ventotto secoli fa (avevo digitato bentotto=ben ventotto) e S.T. Coleridge, in vita due secoli fa.

Scrive Esiodo:

Ebbene, d'oro una prima stirpe di uomini caduchi
fu forgiata dagli immortali che hanno le olimpie dimore,
nell'età di Crono, quando egli regnava sul cielo:
vivevano come dei, con l'animo immune da affanni,
ben lungi da pene e miseria; né la vecchiaia
sventurata gravava, ma sempre integri nei piedi e nelle mani
nei banchetti prendevano piacere da ogni male al riparo;
e morivano come vinti dal sonno; ogni bene
era in loro possesso, e spontaneamente la terra feconda
copioso e facile frutto recava, ed essi, soddisfatti
e tranquilli, si spartivano dunqe raccolti colmi di beni

Questa descrizione, presa da Opere e i giorni, ritrae la vita dei primi uomini, creati dagli dei dopo la detronizzazione di Urano compiuta da Crono. Il che, per Esiodo, equivaleva forse a dire "dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo", o qualcosa di simile.

S.T. Coleridge:

In Xanadu Kubla Khan volle porre,
un divino palazzo del godere:
e il fece dove Alfeo, il sacro, scorre,
per le proibite all’uom, profonde forre
fino a dell’acque scure, sempre nere.
Così assai miglia di dolci terre ambite,
son d’intorno da muri e torri rivestite.
V’era nel campo il riflesso de’ ruscelli
ed eran assai folti l’albero d’incenso
e le foreste, vecchie come monticelli
che il verde circondavan, d’Elio accenso.

Questa traduzione, che ha il merito di salvare le rime dalla falce della traduzione, è tuttavia faticosa. Quella di Mario Luzi ha meriti e demeriti opposti.

I versi 1-11, benché seguiti dal tremendo verso Ma oh! quel cupo abisso fino al fondo... descrivono il luogo dove il poeta vede la fanciulla abissina che il latto delibò del Paradiso.

Le due visioni ci fanno capire, anche in un sabato fattivo come questo, pervaso da una snervante praticità, attraverso le visioni di un greco e di un inglese, perché non c'è stata epoca, dopo quella dominata da Crono, che non sia stata definita "decadente".

Come se ricordassimo ancora, con l'aiuto del sogno, qualcosa del principio.

10 commenti:

  1. Si, proprio un umano pensarà anche al suo pasato come se fosse una età de oro, o un día de oro.

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  2. Sì especies è proprio umano pensarlo. Nei dipinti, la musa sembra proprio voler aiutare Esiodo, e a Coleridge il pittore ha dato un'espressione scolasticamente ispirata che mi piace.

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  3. Well, yes, io volevo dire che nella vita di una persona si riprodusce la vita dell'umanità, ed é per questo che si creda che si era più felice non ricordo quando.

    Coleridge a una strana faccia in questo dipinto. Sembra molto sadisfetto, sodisfatto.

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  4. Dove sono gli links, in quelli lei é una eminenzia?

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  5. Vuoi sapere da dove ho preso le foto? Sono una eminenza?

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  6. Grazie, onorato, prendo quelli che mi sembrano abbiano meno a che vedere con quello che dico...

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  7. Si, il sogno ci riporta non solo qualcosa del principio, ma qualcosa che pertiene alle radici, non le mie, non le tue, ma le radici di tutti coloro che fanno parte di questa malcapitata razza con poca memoria e ancor minor dimestichezza con l'inconscio..

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  8. E' vero. Proprio oggi leggevo che anche San Giovanni (St John inglese, che bello) ricevette le rivelazioni dell'Apocalisse in uno stato di sogno, o semisogno. Era sull'isola di Patmos. Ci sono arrivato di rimbalzo. A lavoro mi hanno chiesto se "qual è" si dovesse scrivere con l'apostrofo, "qual'è". Ho cercato su un dizionario etimologico che riportava l'origine greca della parola apocope (la dizione corretta, qual è, è tale perchè è un'apocope) e tra le parole correlate veniva apocalisse. Da lì siamo arrivati a Patmos.

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