sabato 19 dicembre 2009

Dalla somiglianza di due nasi

E' difficile non credere che, in certa misura, una somiglianza non sia anche una corrispondenza. Ciò che si somiglia ha pari esteriorità perché quasi identica interiorità, suggerisce una voce inconscia tanto antica da sembrare automatica. Quando udiamo un rumore nuovo, se è simile a uno che conosciamo già, cercheremo di capire prima di tutto se proviene dalla fonte che sprigiona di solito il rumore noto. Cercheremo dell'acqua se il rumore è ondoso e cristallino, una fronda se ventoso e secco, un camion se è sordo e sferragliante. Due parole simili non hanno quasi mai significato simile, benché "contemporaneamente" e "parzialmente" siano entrambi avverbi. Eppure una lista come pala, cala, mala, ala, lava, lana, sala, cara, vana, fata, bava, capa, gara, rapa, rana, tara, rota, rata, cava e rasa colpisce per il senso di unità che trasmette. Per capire che si tratta di parole con significati molto diversi tra loro dobbiamo ricorrere a quel temprato spirito di sopravvivenza che ci permette di non cadere nei tranelli. A tutta prima sembra infatti una variazione sul tema, cioè un gioco che permette di dire la stessa cosa in modo leggermente (che somiglia a "contemporaneamente" e "parzialmente" e perciò è un avverbio) diverso. Nello stesso modo riconosco a prima vista il sangue di uno sconosciuto versato sul marciapiede perché è uguale

nell'uguaglianza la somiglianza è sublimata

al mio sangue.
Un cane per la strada non ci scambia né per un altro cane né per un cinghiale perché somigliamo al suo padrone, e dicono che i cani vedono peggio di noi.

Potremmo passare adesso all'olfatto e al tatto, ma non ho voglia di essere completo.

Cosa avrà pensato Franco Battiato quando ha visto per la prima volta il volto di Vladimir Horowitz? A fine anni Sessanta, vicino Catania, un precoce ragazzino vede il più celebre pianofortista dell'epoca esibirsi in concerto. Vede la coda biforcuta della marsina, la Carnegie Hall e poi quel viso così simile al suo! Levigato da una brezza spirituale instancabile, eredità di una stirpe mistica, quel volto affilato fendeva il palco mentre il grande Horowitz si apprestava all'esecuzione della Prima Ballata di Chopin.

E se le teorie di Cesare Lombroso, maniatiche e impietose con i criminali, prendessero tutte d'un colpo a funzionare per gli artisti? E se Battiato, ancora Francesco, avesse pensato: mi somiglia tanto che deve esistere qualcosa in me che si avvicina a lui! Adesso le nostre situazioni sono diverse, lui si esibisce a New York mentre io vivo con i mie genitori, ma guardiamo le cose in prospettiva... Un giorno alla nostra somiglianza esteriore corrisponderà una somiglianza di destini!



Rara, papa, para, bara, vara...

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